BENTORNATO GRAND PRIX!
Da qualche mese il Grand Prix semilampo è tornato alla grande ad animare la vita scacchistica cittadina. La gara di ottobre è slittata a sabato 6 novembre, a seguito della concomitanza del torneo di Pegli conclusosi la settimana precedente. Purtroppo la fissazione di un numero chiuso di giocatori partecipanti non ha consentito a tutti quelli che lo avrebbero voluto di partecipare al torneo, che ha regolarmente preso inizio prima delle ore 15 per concludersi dopo circa quattro ore di gioco intenso e combattuto nelle due sale appositamente predisposte. Anche questo mese significativa partecipazione dei giovani del settore giovanile, due dei quali Eleonora Montagnani e Denise Dicu hanno vinto il premio di fascia.
Vittoria senza troppi patemi del MF Dario Brun, con un netto en plein, alle sue spalle il giovane armeno Murad Musheghyan che partecipava alla gara giunto da Acqui Terme insieme al presidente del circolo locale, Giancarlo Badano. Al terzo posto sul podio Giuseppe Silvestri, che ha avuto la meglio allo spareggio tecnico su Menichini, Mandolini, Traverso e Cusato.
Il grand prix torneo tornerà ad allietare il pomeriggio scacchistico dei giocatori sabato 4 dicembre.
OTTOBRE 2021
- Dario BRUN p. 7 su 7
- Murad MUSHEGHYAN 5,5
- Giuseppe SILVESTRI 4,5
- Massimo MENICHINI 4,5
- Alessandro MANDOLINI 4,5
- Massimiliano TRAVERSO 4,5
- Davide CUSATO 4,5
- Angelo VALENTINI 4,0
- Giorgio SABBA 4,0
- Claudio NICOLIS 4.0
- Sergio NANNI 4.0
- Giancarlo BADANO 3,5
- Giampaolo CAMERA 3,5
- Massimo RIVARA 3,5
- Giuseppe CHIESA 3,0
- Eleonora MONTAGNANI 3,0
- Denise DICU 3,0
- Matteo LA LICATA 3,0
- Luca CARPANETO 3,0
- Leonardo CIMINO 2,5
- Cloe TEODORO 2,0
- Simone DAPELO 2,0
- Joy GUTIERREZ 1,0
- Vincenzo MARRELLA 0,0
TESSERE AGONISTICHE 2022
Il Consiglio Federale ha deliberato che i valori delle tessere per il 2022 saranno riportati ai valori stabiliti inizialmente per il 2020, pertanto la tessera agonistica sarà riportata all’importo di euro 48.
L’unica novità, per chi è interessato, sarà l’ introduzione della tessera E-Chess per il gioco on line (che avrà un costo di 5 € e sarà rilasciata solo a chi non ha altro tipo di tessera da giocatore). Gli altri tesserati potranno richiedere l’abilitazione al gioco online senza ulteriore aggravio sulla tessera agonistica, ordinaria, ordinaria ridotta o junior.
A DICEMBRE SESTA EDIZIONE DEL TORNEO ALL’ISTITUTO INTERNAZIONALE DI TECNOLOGIA
Il 14 dicembre sesta edizione del torneo di scacchi all’Istituto Internazionale di Tecnologia per l’organizzazione del circolo Centurini.
Anche quest’anno ricercatori e dipendenti del prestigioso istituto parteciperanno alla gara che si svolgerà all’interno della sede di Morego.
L’anno scorso, nonostante la pandemia, non si è rinunciato al torneo che è stato svolto sulla piattaforma Lichess Arena 10 minuti + 2″ di incremento. con la vittoria di Dorwal Marchelli con 32 punti, al secondo posto Muhammad Ashraf con 24 punti. Terzo Federico Tessari con 14 punti.
Anche quest’anno animatore della manifestazione sarà l’ing. aerospaziale Duilio Farina, che si avvarrà della collaborazione tecnica del Circolo Centurini. In palio, l’ iscrizione al circolo per i primi due classificati.
Foto ricordo della prima edizione (2016)
Magnus Carlsen (Norvegia) è il campione del mondo in carica, che difenderà il suo titolo. Ha 30 anni e detiene il titolo dal 2013, quando ha sconfitto l’allora campione del mondo, il GM Anand dell’India.Carlsen è conosciuto come uno dei più grandi talenti scacchistici mai vissuti. È diventato GM all’età di 13 anni, 4 mesi e 27 giorni. Ha vinto numerosi tornei ed è stato il numero uno del mondo ininterrottamente dal 2011.
Lo sfidante di Carlsen è Ian Nepomniachtchi (Russia), il vincitore del torneo dei candidati 2020/21. Il due volte campione russo è arrivato secondo nel Grand Prix FIDE 2019, che lo ha qualificato per il Torneo dei Candidati che è iniziato a marzo del 2020 e si è concluso ad aprile 2021. Nepomniachtchi ha vinto il torneo con un turno di anticipo, finendo con 8,5/14.
Il montepremi sarà di 2 milioni di dollari. Il vincitore guadagnerà il 60% del montepremi ed il 40% andrà al secondo classificato. Se dopo 14 partite il match finisce in parità e viene quindi deciso agli spareggi, il vincitore riceverà il 55% ed il secondo classificato il 45%.
“Per il Campionato del mondo ho perso dieci chili. Ma non sono certo di aver fatto bene…“. E’ un Nepomniachtchi spiritoso e ottimista quello che ha concesso pochi giorni fa un’intervista all’emittente russa Match Tv, e in cui ha fatto il punto sulla sua preparazione a pochi giorni dall’inizio del match mondiale contro Magnus Carlsen.
Chess.com trasmetterà le partite in diretta su una piattaforma speciale (da annunciare) e fornirà una copertura live su Chess.com/TV, Twitch.tv/chess e Youtube.com/Chess dove un team di Grandi Maestri si prodigheranno in approfondimenti, spiegazioni istruttive delle mosse, interviste, dietro le quinte e altro ancora.
LA LUNGA CORSA DI ROBERTO COSULICH
In questo numero ripubblichiamo a grande richiesta, specie dei soci più giovani, la storia di un grandissimo campione del nostro Circolo: Roberto Cosulich, sicuramente il più forte giocatore ligure del dopoguerra, nonché fra i primissimi a livello nazionale. Lo facciamo pubblicando il racconto di come è apparso sulle scene del Centurini nel 1965 (dalla monografia del circolo); poi con l’articolo di Marco Faggiani del 1997 pubblicato su “Scaccomatto” (antesignano sul nostro sito del notiziario), il ricordo di Paolo Silvestri su “Soloscacchi” nel 2014 e infine quello di Adolivio Capece pubblicato sul sito Unoscacchista
Cosulich al Centurini di Genova: “Potrei giocare, per favore?”
(dalla monografia del Circolo)
“Negli ultimi mesi dell’anno incomincia a frequentare l’ambiente scacchistico genovese Roberto Cosulich, allora diciannovenne – anche se dimostrava alcuni anni in meno a causa dei tratti fanciulleschi del viso – giocatore che – come il lettore si accorgerà in seguito – dominerà incontrastato la scena scacchistica della città per oltre un decennio. La famiglia di Roberto seguiva le peregrinazioni del padre, comandante marittimo, e aveva a lungo soggiornato in Cile, dove l’allora giovanissimo Roberto aveva imparato gli scacchi sotto la guida del grande maestro Pilnik (Pare che avesse giocato anche con il mitico Najdorf, NDR). Verso il 1964 i Cosulich erano definitivamente ritornati in Italia e dopo un soggiorno di circa un anno a Trieste erano approdati sotto la Lanterna.
Indimenticabile protagonista, sempre alla ricerca di nuove mete
Marco Faggiani (Scaccomatto 1997)

Roberto da vicino
Paolo Silvestri (Soloscacchi 2014)
Ho conosciuto Roberto nei primi mesi del 1971, avendo appunto incominciato a fare una visita pressoché quotidiana al bar Parente, in piazza Leonardo da Vinci, che ospitava al piano superiore sia il circolo Amatori sia il Centurini. E ho frequentato Roberto in maniera irregolare fino al 1977.
Sulla famiglia Cosulich, i trascorsi sudamericani e il ritorno in Italia direi di rileggere il pezzo tratto da “Una storia di scacchi lunga cent’anni. Il circolo scacchistico genovese Luigi Centurini” di Giorgio Di Liberto, Agostino Petrillo, Paolo Silvestri, edito da Coedit, 2001.Fra Argentina, Cile e Venezuela, propendo in maniera quasi assoluta per il Cile. Effettivamente, negli anni dell’adolescenza, Roberto ebbe la fortuna, frequentando il circolo della città cilena di residenza (credo Valparaíso, vago ricordo, ma non così vago) di avere come maestro Herman Pilnik.
Il grande maestro tedesco, classe 1914, emigrò in Sud America, dal 1930 al 1958 abitò in Argentina e successivamente,
Anche la barba crebbe, prima non troppo lunga, poi dal 1973 divenne francescana, o quasi. L’abbigliamento era da hippy povero (talvolta trasandato), cioè senza fronzoli e con capi economici. Quando era a Genova, in quest’ottica di progressivo taglio del cordone ombelicale, dormiva un po’ dai genitori, un po’ in case di amici. A cavallo del 1973 e il 1974 Roberto bazzicava in un giro di creativi, chiamiamoli così, genovesi: Mario Quaglia, Popi Frizziero, Umberto Melli… li ricordo in un appartamentino di Boccadasse… discussioni… chiacchiere..
Le mutate condizioni di vita, i pensieri dell’età, avendo superato i 27 anni, lo portarono ad una ovvia ricerca di indipendenza economica. In tal senso gli scacchi gli vennero incontro. Con gli ingaggi di circoli non genovesi, in particolare la Scacchistica Milanese, per la quale giocò in vari tornei a squadre, e con i premi in denaro dei tornei (e qui valgono le considerazioni -utilitaristiche o di sopravvivenza, come meglio si voglia definirle- di Trabattoni). Sul fatto, invece, che Roberto non avesse mai letto un libro di teoria non ho certezze. Ma so che consigliava a qualche giovane apprendista genovese la lettura di “Mi Sistema” di Nimzowitsch (la prima edizione in italiano è della fine degli anni ’70) e “El Final” di Czerniak anch’esso in spagnolo.
Conosceva quei testi e probabilmente li aveva “letti”. Ho volutamente virgolettato il participio perché bisognerebbe approfondire il concetto di lettura. Avendolo visto all’opera, quando gli capitava un libro o una rivista specializzata, lo leggiucchiava a suo modo, con facile profondità o con profonda facilità, di chi di scacchi ha notevoli conoscenze. Leggeva per qualche minuto e poi, messo da parte il libro, seduto, ma spesso in piedi, ad occhi chiusi o semichiusi, analizzava alla cieca e la posizione si animava (un Java anni ’70) nella sua mente. Prendete un ragazzo al secondo, terzo, quarto, quinto,
Probabilmente questa sua naturale facilità di lettura contrapposta allo studio svolto da comuni scacchisti (lettura sofferta, scacchiera/e portatile/i, appunti scritti e iniziale acquisto del libro… e con risultati… via, lasciamo perdere) lo portava, autocompiacendosi(?), a poter dire ‘non leggo mai libri’.
A questo straordinario talento scacchistico (le sue analisi nel dopo partita incantavano letteralmente i vari Di Liberto, Resaz, Cangiotti, D’Augusta, Profumo e lo stesso Grassi, per la profondità delle idee e la ricchezza delle varianti) purtroppo si accompagnava, sul piano delle cosiddette doti para-scacchistiche, una certa fragilità psicologica che lo portava a sfoghi, talvolta eccessivi. Comunque una delle caratteristiche principali sul piano della personalità era, e non solo a mio avviso, un certo malessere esistenziale (tipico di chi scava senza trovar risposta… io per esempio non ce l’ho, il malessere, …non scavo).
Non a caso i più forti giocatori italiani di quegli anni, senza ripetere i nomi, sono sembrati, almeno ai miei occhi, più disponibili ad accettare i problemi e i conseguenti compromessi della vita. Roberto, invece, cercava un senso, un qualcosa che solo lui sapeva e questa ricerca, condizionata anche da certe mode del tempo, lo portò a quei viaggi verso mete lontane. Anche la dolcezza era una faccia del suo prisma… quell’accenno di sorriso, guardando, incantato come un bimbo, un punto indefinito dello spazio… seguendo chissà quali pensieri… con una mano (conformazione da pianista) appoggiata al mento… l’indice sulla gota e il medio sotto il labbro inferiore…
Io per lui non ero un vero amico, almeno per il concetto che ho dell’amicizia, ero, credo, un compagno di giochi (e non certo gli scacchi allora ero un misero prima sociale) e lo facevo ridere con le mie battute. Giocavamo a biliardo (a carambola, stecca e tavolo senza buche), qualche volta a ping pong. Andavamo al cinema… nel 1972 fummo molto colpiti dal film americano ‘Punto zero’ (titolo originale ‘Vanishing point’). Probabilmente dato che ero un notevole rappresentante, non del ‘pensiero debole’, ma dell’altra categoria ‘debole di pensiero’, non potevo rappresentare altro che un divertissement per Roberto. A partire dal 1974 visse meno a Genova, anche se vi tornava spesso, abitò a Pavia e a Milano. Ricordo di averlo ospitato, aprile e maggio 1975, per qualche notte in un appartamentino del Carmine, dopo di allora ci incontrammo sempre meno.
Cosulich, Kavalek, Mariotti, Westerinen a Venezia, Autunno 1971 (Foto da The Chess Player, n. 1, vi – xii 1971, p. 236)
Racconta Adolivio Capece su “Unoscacchista”
Devo dire che i ricordi sono un po’ sbiaditi, sono passati molti anni: comunque era la primavera del 1979. Incontrai un amico che mi disse: “Ti porto i saluti di uno che ti conosce. Fa il santone in India”.
Pensai che stesse scherzando.Allora mi spiegò che era stato in vacanza in India e che un giorno era seduto all’aperto al tavolino di un bar (chiamiamolo così per intenderci) con altri del gruppo. Chiacchieravano a voce alta mentre facevano una partita a scacchi (non sapevano giocare bene, ma si divertivano).
Si avvicinò un uomo con un turbante e una folta barba.
Pensarono volesse la carità, invece in buon italiano chiese loro da dove venivano.
Un po’ stupiti, si erano messi a parlare, gli avevano offerto da mangiare e poi lui propose di giocare a scacchi e li sconfisse facilmente.
“Non ricordo perché, ma ad un certo momento ho fatto il tuo nome” – continuò il mio amico – “e lui disse di conoscerti e di portarti i suoi saluti: disse di chiamarsi Roberto Cosulich”.
Ebbi così la conferma di quanto raccontavano gli amici del Circolo Centurini di Genova, ovvero che Roberto era partito per l’India una sera dell’autunno del 1978. Roberto Cosulich lo avevo conosciuto nel 1967 al torneo di La Spezia.
Entrambi eravamo studenti universitari, io in Lettere a Milano, lui in Fisica a Genova, e con ottimi voti nei primi esami: ragazzo simpatico, cordiale, capelli corti, ben vestito e a scacchi molto bravo, si impose subito come uno dei principali antagonisti di Sergio Mariotti.
Un aneddoto … Lo ricordo a San Benedetto del Tronto 1968: trascorse la notte girovagando per il paese insieme a Esteban Canal, di cui era diventato buon amico avendo trascorso la giovinezza in Sud America.
Chiacchierando, passarono la notte alla ricerca di qualcosa di alcolico da bere e all’alba, con tutti i bar chiusi, finirono in una farmacia dove trovarono (almeno così venne raccontato il giorno dopo) del fernet o qualcosa di simile.
Ci si vedeva nei tornei, e tutto andava bene fino a che un giorno me lo trovai di fronte vestito in modo trasandato: capelli lunghi, barba lunga … Feci quasi fatica a riconoscerlo.
Mi disse che dormiva sotto a un ponte, che non aveva soldi per un albergo.
Poi si aprì e mi disse che un medico gli aveva dato pochi mesi di vita per un serio problema al cuore.
A quel punto aveva mandato al diavolo tutto, la famiglia, gli studi, e aveva deciso di provare tutte le possibili esperienze per … finire in bellezza. La diagnosi si era rivelata poi errata, Roberto continuò a vivere, ma purtroppo il danno era fatto. Al momento mi pregò di tenere la cosa per me, ma credo che ormai a distanza di tanti anni la si possa rivelare.
Un giorno del ’79 (o forse era il ’78) Roberto Cosulich, zaino in spalla, barba e capelli lunghissimi, partì per l’India.
Un altro nome, un’altra vita.
E così eccolo a fare il santone in India e poi di nuovo via, questa volta in Sud America. Da dove non sarebbe più tornato.
Nel 1980 dalla rivista scacchistica francese ‘Europe Echecs’ fecero sapere al Maestro Ferrantes, allora direttore de ‘L’Italia Scacchistica’, che il passaporto di Roberto era stato ritrovato tra le macerie del terribile terremoto che aveva sconvolto la città di Lima in Perù.
E forse, anzi sicuramente, anche il suo corpo era là sotto.
Curiosità su Genova: la scacchiera di piazzetta di San Giovanni il Vecchio
A cosa serviva quella scacchiera che si trova sul muro?
Nel cuore del centro storico di Genova, accanto alla cattedrale di San Lorenzo, c’è la piazzetta di San Giovanni il Vecchio. Gli osservatori più attenti avranno notato che ponendosi al centro della piazzetta e alzando lo sguardo sulla fiancata della cattedrale appare una scacchiera con 64 caselle bianche e rosse.
Cos’è questa misteriosa scacchiera? Perché è stata messa proprio in quel punto?
Secondo Italo Pucci, citato da Giampiero Orselli in “Genova strade misteriose” (Erga), “il suo inserimento dovrebbe essere coevo a quello dei sarcofagi, e cioè all’epoca dell’ampliamento dell’edificio avvenuto a partire dalla fine del XII secolo e protrattasi in quello successivo, appare realizzata con la tecnica del mosaico e con gli stessi materiali di tanti ornati della facciata principale, infatti notiamo come le superstiti tessere bianche siano costituite da sottili quadri di marmo, mentre le superstiti tessere rosse appaiono realizzate da quadri di maggiore spessore”.
Pucci ipotizza che la scacchiera sia stata installata come monito ai giocatori troppo incalliti, in seguito al divieto del gioco promulgato dal Concilio del 1212. Un’altra curiosità: la piazzetta si chiama di San Giovanni il Vecchio poiché si riferiva al battistero di San Giovanni, soprannominato “il vecchio” nel ‘500 quando fu edificata la nuova cappella di San Giovanni Battista in San Lorenzo, cioè “San Giovanni il nuovo”.
Genova Today