Scacchi e sport nel centro storico di Genova

CENTURINI FRA I PROTAGONISTI DELLE  CARUGGIADI!

  

Lo sport è stato  protagonista nel centro storico con l’evento delle Caruggiadi sabato 5 e domenica 6 ottobre,  trasformando diversi spazi urbani dei Sestieri del Molo, Maddalena e Prè in campi da gioco a disposizione della cittadinanza. Piazza delle Vittime di tutte le mafie  ha ospitato gli scacchi per l’organizzazione del Circolo Centurini. Altre attività si sono svolte in   diverse piazze del Centro Storico: Piazza Cernaia (Pallavolo) Giardini Rotondi (Rugby), Piazza Lavandaie (Basket), Piazza Don Gallo (Atletica), Piazza delle scuole pie (rock’n’roll acrobatico), Piazza Durazzo (arti circensi)

Genova ha così trasformato le sue piazze del centro storico in vivaci palcoscenici sportivi, l’evento è stato inserito nel Piano Caruggi e organizzato dal Comune di Genova. I partecipanti, di tutte le età, hanno potuto  cimentarsi con  varie discipline all’aperto, dal pallavolo agli scacchi. L’obiettivo di queste manifestazioni è  promuovere l’inclusività e la partecipazione di tutta la comunità, la  riscoperta dello spazio pubblico attraverso lo sport,  la valorizzazione del territorio, la rigenerazione del centro storico, favorendo l’aggregazione sociale e la creazione di nuove comunità.,  concentrandosi su luoghi marginali rispetto ai percorsi turistici tradizionali.

Naturalmente il Centurini, che già quest’anno è  stato inserito nel programma ufficiale di Genova Capitale dello Sport 2024 con il festival internazionale di luglio, anche in questa occasione non poteva mancare, ha fatto la sua parte in ossequio alla propria vocazione che concepisce gli scacchi non solo dal lato agonistico ma anche da quello valoriale e culturale.  È nel suo Dna: ricordiamo che già negli anni ’90 il Circolo ha organizzato diverse riuscite edizioni della sfida tra i quartieri di Genova proprio all’interno del centro storico, con indimenticabili gare disputate non solo a Palazzo Ducale ma anche a Porta Siberia, in piazza San Lorenzo o alla Commenda.

In Piazza delle Vittime di tutte le mafie, nei pressi di piazza della Nunziata, si è giocato a scacchi nelle dieci postazioni appositamente predisposte, che hanno attirato l’interesse di appassionati e curiosi,  e domenica 6   si   è svolto anche un torneo lampo, che è stato vinto da Federico Zambiasi, davanti a Edoardo Iosimi e Carlo Solisio, sotto la supervisione organizzativa di Giuseppe Silvestri,

 

IL LAMPO DI OTTOBRE AL CIRCOLO

La gara  di ottobre del grand prix lampo  è stata vinta, con 8 punti su 9,  da Vincenzo Manfredi che ha superato allo spareggio  tecnico  un brillante  Filippo Barbero. Quindi al terzo posto Durdevic a 6 e Molinari a 5,5. Si è giocato nei locali del Circolo sabato 12 ottobre, con diciotto partecipanti.

Manfredi al secondo turno perdeva con Zambiasi ma poi inanellava sette vittorie consecutive e fra queste quella decisiva con Filippo Barbero al sesto turno.  Scorrendo la classifica, bel torneo di Massaro, giunto nono, e anche del giovanissimo Matteoni, che ha concluso a tre punti.

Classifica finale Sabato 12 ottobre 2024

Pos.
Num.
Nome
Elo
Elo.P.
Pnt.
1
2
FM
2187
2189
8
2
5
1N
1845
2237
8
3
1
CN
2188
1988
6
4
4
CN
1982
1932
5.5
5
3
CN
1982
1903
5
6
11
2N
1748
1838
5
7
7
1N
1811
1876
5
8
6
1N
1845
1788
5
9
16
1399
1768
5
10
8
1N
1801
1736
5
11
12
1N
1742
1783
4.5
12
13
2N
1704
1723
4
13
9
2N
1775
1590
4
14
14
2N
1662
1541
3
15
15
1399
1537
3
16
17
1399
1573
3
17
10
2N
1749
1462
2
18
18
1399
837
0

 

IMMINENTE L’USCITA DI UN LIBRO SU ROBERTO COSULICH

È in preparazione e  dovrebbe uscire a dicembre  l’ultimo libro di Fabio  Colombo dedicato alla figura di   Roberto Cosulich

Colombo ha già pubblicato un interessante libro sulla carriera scacchistica, lunga oltre cinquant’anni, di uno dei migliori giocatori italiani di sempre, l’istriano Massimiliano Romi,  che nacque  nel 1893 e che visse la maggior parte dei suoi anni a Genova, socio e frequentatore del Centurini.

La prossima fatica  su Roberto Cosulich si è avvalsa della preziosa collaborazione  del prof. Mauro Berni.

Oggi Roberto Cosulich, scomparso all’età di 33 anni, avrebbe  78 anni. Partì per il Perù verso la fine del 1978, dopo il ritorno dall’India, e non fece più pervenire nessuna notizia di sè a parenti o amici. Si presume sia morto nel 1979 in Perù a seguito a terremoto, il suo corpo non è mai stato ritrovato e questo ha alimentato il mistero sulla sua scomparsa

Su Cosulich riportiamo l’articolo sulla sua avventura che pubblicammo nel giugno 1997 sul nostro notiziario on line (“Scaccomatto”) e un ricordo di Paolo Silvestri.

 

LA LEGGENDA DI ROBERTO COSULICH

In questo numero ricordiamo un grandissimo campione del nostro Circolo: Roberto Cosulich, sicuramente il più forte giocatore ligure del dopoguerra, nonché fra i primissimi a livello nazionale. Ecco come è apparso sulle scene del Centurini nel 1965, nel racconto della monografia del Circolo.
Scaccomatto Giugno 1997
Negli ultimi mesi dell’anno incomincia a frequentare l’ambiente scacchistico genovese Roberto Cosulich, allora diciannovenne – anche se dimostrava alcuni anni in meno a causa dei tratti fanciulleschi del viso -, giocatore che – come il lettore si accorgerà in seguito – dominerà incontrastato la scena scacchistica della città per oltre un decennio. La famiglia di Roberto seguiva le peregrinazioni del padre, comandante marittimo, e aveva a lungo soggiornato in Cile, dove l’allora giovanissimo Roberto aveva imparato gli scacchi sotto la guida del grande maestro Pilnik (Pare che avesse giocato anche con il mitico Najdorf, NDR). Verso il 1964 i Cosulich erano definitivamente ritornati in Italia e dopo un soggiorno di circa un anno a Trieste erano approdati sotto la Lanterna.
Storica fu la prima apparizione di Roberto sulla scena. Un pomeriggio ad un tavolo del circolo giocavano, come d’abitudine, il dott. Trombetta e Rougier.
Verso le quattro fece il suo ingresso il giovane Roberto, che timidamente chiese loro: “Potrei giocare, per favore?”. I due lo esaminarono con sguardo indagatore e sospetto, quasi per valutarne il “peso scacchistico”. Più per dovere di ospitalità che per convinzione di aver trovato un valido avversario, acconsentirono di farlo partecipare ad un classico ‘Chi perde esce’, con cento lire di posta a partita, sicuri di spennare il pollo e rassegnati già a portarsi dietro un peso morto per tutto il pomeriggio. Infatti Roberto perse la prima partita contro Trombetta, ma fu anche l’ultima, perché fino alle diciannove a ‘perdere e uscire’ furono sempre e solo Trombetta e Rougier. L’arrivo di cotanto giocatore fece rapidamente il giro dell’ambiente e Roberto divenne l’idolo incontrastato dello scacchismo genovese.
Venezia Cosulich, Kavalek, Mariotti, Westerinen a Venezia, Autunno 1971

 

Così la monografia del Circolo racconta l’apparizione al Circolo di Roberto Cosulich. Sarà un indimenticabile protagonista della scena scacchistica nazionale degli anni ’70. Questo articolo rievoca la sua carriera scacchistica, ma vuole essere anche un ricordo di un uomo intelligente, inquieto, per certi aspetti fragile, anticonformista, sempre alla ricerca di nuove mete, l’ultima delle quali probabilmente gli è stata fatale.
Cosulich diventa maestro nel 1966, dopo i tornei di La Spezia (3°-5° con Canal e Zichichi) e Rovigo. Nel 1967 vince a Recoaro Terme il campionato a squadre con la formazione di Trieste. Nel 1968 a Genova vince il campionato cittadino (10 su 10!) davanti a Bozzo e Max Romi. Giunge secondo al torneo internazionale di La Spezia a mezzo punto dal vincitore, lo iugoslavo Osmanovic ed è primo al torneo internazionale di S. Benedetto del Tronto, davanti a Canal. Nel ’69 è secondo al campionato italiano assoluto, vinto da Mariotti, davanti a Paoli, Micheli e Nestler. Nel ’70 è ancora secondo al campionato italiano, mentre al torneo di Bari, battendo Unzicker realizza la prima norma di maestro internazionale. Poi, nel settembre per lui magico di quell’anno, partecipa a Siegen (RFT) alle Olimpiadi (tra l’altro, nello stesso anno la formazione del Centurini vince il campionato italiano a squadre con Porreca, Grassi, Damele e Resaz). A Siegen l’Italia è inserita in un girone difficile. Decisivo il match contro la Danimarca: Tatai purtroppo perde in buona posizione contro Larsen, sicché la vittoria di Cosulich contro Enevoldsen non basta alla squadra. Comunque lo score di Roberto è ottimo: 4 vittorie e 3 patte.
Nello stesso anno Cosulich cerca di lasciare Genova per Milano, dove peraltro non riesce ad ambientarsi. Cambia radicalmente il suo atteggiamento verso gli scacchi che, da appassionante divertimento, diventano per lui un mezzo di sostentamento. Nel 1971 si qualifica al secondo posto nel torneo internazionale di Imperia. Nello stesso anno è nuovamente secondo al campionato italiano di S. Benedetto del Tronto, mentre a quello del 1972 (Recoaro Terme) non partecipa per impegni universitari (iscritto alla Facoltà di Fisica, sostiene diversi esami, con ottimi voti, ma in seguito abbandona gli studi). Non partecipa neppure alle Olimpiadi di Skopje del 1972, dove si sente non poco la sua mancanza: una squadra più forte avrebbe potuto portare l’Italia in finale A.
Nel 1973 è ancora secondo al campionato italiano, poi secondo al torneo di Imperia e terzo a quello di La Spezia. Nel ’74 è primo al torneo di Cava dei Tirreni, secondo al campionato italiano (vinto da Micheli), fa parte della squadra italiana alla XXI Olimpiade (Mariotti, Tatai, Cosulich, Toth, Zichichi, Cappello). Nel 1975 e nel 1976 è per l’ennesima volta secondo al campionato italiano (edizioni vinte da Bela Toth, Budapest 1943). Vince il torneo di Imperia 1975. Poi con Scafarelli, Grassi e Cangiotti rappresenta il Centurini al campionato italiano a squadre a Venezia, dove il nostro team arriva secondo.
Nel 1977 Roberto vince il torneo di Catanzaro ed è ancora secondo a Marina Romea (torneo vinto da Sveshnjkov) “È un Cosulich diverso dal giovane dei primi anni italiani. Ha abbandonato la famiglia, si è fatto crescere i capelli e una lunga barba. Probabilmente sta già maturando la svolta decisiva della sua vita” (Monografia del Circolo).
  Cosulich, La Spezia 1977
Si tratta del viaggio in India. Parte una sera d’autunno del 1978, dopo essere passato dal Circolo a salutare gli amici. Qui ci giunge in aiuto la preziosa testimonianza di Mario Quaglia. Di ritorno dall’India, Cosulich passa da Genova, ora sbarbato, vestito bene, con i capelli corti (!). Racconta di avere girato l’India mantenendosi giocando a scacchi lampo (anche in questa specialità era bravissimo, aveva vinto diversi campionati italiani). Rimane qui qualche giorno, poi riparte. Il suo animo irrequieto e scontento lo spinge verso un’altra meta: torna in Sud America. Da questo viaggio Roberto Cosulich non ha più fatto ritorno. Qualche anno fa si è appreso, da una rivista di scacchi francese, che il passaporto di un certo Cosulich, maestro di scacchi, sarebbe stato rinvenuto in Perù tra le vittime di una calamità naturale. Il suo corpo non è però mai stato rinvenuto.
Questa, in sintesi, la storia di Cosulich giocatore. Ci siamo fatti l’opinione che Roberto avrebbe potuto sicuramente raggiungere più ambiziosi traguardi scacchistici se solo avesse avuto più determinazione, se avesse curato maggiormente la sua preparazione, se soprattutto avesse avuto più grinta in certi frangenti, badando magari più alla concretezza del risultato che non alla bellezza del gioco. Non altrimenti si spiegherebbe il numero incredibile di secondi posti (otto) ottenuto nel campionato italiano, sempre di fronte a giocatori diversi (da Tatai a Micheli a Toth). Roberto non si identificava certamente con i modelli culturali dominanti e, come tanti giovani di quella generazione, non era facilmente inquadrabile negli schemi tradizionali. Di politica, però, non si occupò mai, anzi ne stava alla larga, anche se un incredibile aneddoto va raccontato sul suo conto. Nel 1977 venne invitato ad una festa, insieme ad altre persone, in una villetta di Borghetto dal figlio di GB Lazagna. Cosulich, barba e capelli lunghi, arrivò intabarrato nel suo mantello nero. La polizia irruppe ritenendo di avere individuato una centrale terroristica. Così la foto di Roberto Cosulich finì il giorno successivo sul “Lavoro” a fianco di quella di Marx e Feltrinelli, ad indicare una sorta di albero genealogico del terrorismo! Naturalmente il colossale equivoco fu subito chiarito.
Cosulich abitava a Quinto, suonava discretamente il pianoforte e non gli dispiaceva farsi qualche partita a carambola con Silvestri nella sala biliardo di via Porta d’Archi. Leggeva un po’ di tutto e negli anni ’70 si era interessato alle filosofie orientali. Petrillo lo ricorda mentre, durante il torneo di Imperia ’75, leggeva un testo yoga. Certo non corrispondeva a quei canoni anche estetici dello scacchista in giacca e cravatta propugnati da Tatai in un indimenticabile articolo di qualche anno fa. Di Liberto lo ricorda come un uomo mite, dolce, ironico e un giocatore di grandissimo talento. Lo vogliamo ricordare con alcune sue partite.

Roberto da vicino

Paolo Silvestri (Soloscacchi 2014)

Ho conosciuto Roberto nei primi mesi del 1971, avendo appunto incominciato a fare una visita pressoché quotidiana al bar Parente, in piazza Leonardo da Vinci, che ospitava al piano superiore sia il circolo Amatori sia il Centurini. E ho frequentato Roberto in maniera irregolare fino al 1977.

Sulla famiglia Cosulich, i trascorsi sudamericani e il ritorno in Italia direi di rileggere il pezzo  tratto da  “Una storia di scacchi  lunga cent’anni. Il circolo scacchistico genovese Luigi Centurini” di Giorgio Di Liberto, Agostino  Petrillo, Paolo Silvestri, edito da Coedit, 2001.Fra Argentina, Cile e Venezuela, propendo in maniera quasi assoluta per il Cile. Effettivamente, negli anni dell’adolescenza, Roberto ebbe la fortuna, frequentando il circolo della città cilena di residenza (credo Valparaíso, vago ricordo, ma non così vago) di avere come maestro Herman Pilnik.

Il grande maestro tedesco, classe 1914, emigrò in Sud America, dal 1930 al 1958 abitò in Argentina e successivamente, presumibilmente verso il 1959, si trasferì in Cile, dove rimase per alcuni anni, per poi approdare in Venezuela, dove morì nel 1981. Queste peregrinazioni sono riportate nel libro di Juan Sebastian Morgado “Las  Aventuras de Herman Pilnik”, Alvarez Castillo Editor, Buenos Aires, 2011. Il padre di Roberto non era armatore, bensì comandante di navi, una famiglia medio borghese. Da bambino e adolescente studiò per alcuni anni il pianoforte.  Dopo la Maturità frequento la facoltà di Fisica presso l’università di Genova, diede alcuni esami, coronati da voti molto alti, ma poi abbandonò gli studi. Nel periodo genovese, iniziato nel 1965, visse in famiglia sicuramente fino al 1972, otto anni. Poi  gradualmente si staccò dal perbenismo dei genitori facendosi, a partire dal 1972, crescere (chiaro messaggio) i capelli (cosa che, per quegli anni, non era poi così anticonformista, una buona percentuale dei giovani li portava lunghi), anche se lui li portava molto lunghi.

Anche la barba crebbe, prima non troppo lunga, poi dal 1973 divenne francescana, o quasi. L’abbigliamento era da hippy povero (talvolta trasandato), cioè senza fronzoli e con capi economici. Quando era a Genova,  in quest’ottica di progressivo taglio del cordone ombelicale, dormiva un po’ dai genitori, un po’ in case di amici. A cavallo del 1973 e il 1974 Roberto bazzicava in un giro di creativi, chiamiamoli così, genovesi: Mario Quaglia, Popi Frizziero, Umberto Melli… li ricordo in un appartamentino di Boccadasse… discussioni… chiacchiere... risate… focaccia e vino bianco fino alle tre del mattino.

Le mutate condizioni di vita, i pensieri dell’età, avendo superato i 27 anni, lo portarono ad una ovvia ricerca di indipendenza economica. In tal senso gli scacchi gli vennero incontro. Con gli ingaggi di circoli non genovesi, in particolare la Scacchistica Milanese, per la quale giocò in vari tornei a squadre, e con i premi in denaro dei tornei (e qui valgono le considerazioni -utilitaristiche o di sopravvivenza, come meglio si voglia definirle- di Trabattoni). Sul fatto, invece, che Roberto non avesse mai letto un libro di teoria non ho certezze. Ma so che consigliava a qualche giovane apprendista genovese la lettura di Mi Sistema” di Nimzowitsch (la prima edizione in italiano è della fine degli anni ’70) e “El Final” di Czerniak anch’esso in spagnolo.

Conosceva quei testi e probabilmente li aveva “letti”. Ho volutamente virgolettato il participio perché bisognerebbe approfondire il concetto di lettura. Avendolo visto all’opera, quando gli capitava un libro o una rivista specializzata, lo leggiucchiava a suo modo, con facile profondità o con profonda facilità, di chi di scacchi ha notevoli conoscenze. Leggeva per qualche minuto e poi, messo da parte il libro, seduto, ma spesso in piedi, ad occhi chiusi o semichiusi, analizzava alla cieca e la posizione si animava (un Java anni ’70) nella sua mente. Prendete un ragazzo al secondo, terzo, quarto, quinto, eccetera, anno di conservatorio musicale e dategli uno spartito di grande musica classica o operistica. Poi prendete non dico Mozart o Vivaldi (ovvero Fischer, Kasparov, Carlsen), ma Puccini o Mascagni (ovvero Mariotti, Tatai, Toth, Cosulich, Zichichi, Micheli, la crema dello scacchismo italiano anni ’70 -mi si perdoni questo accostamento un po’ temerario fra due mondi diversi… è solo per il ragionamento che segue- ) e dategli lo stesso spartito. Ci saranno differenze di velocità di lettura? di comprensione del testo? di visione critica? di assimilazione? di associazione con precedenti conoscenze? Beh, probabilmente Roberto lesse poco, ma quel poco, visti lo studio del pianoforte, gli insegnamenti di Pilnik, la facilità di analisi, l’esperienza a tavolino e l’innegabile grande talento, era sufficiente a migliorare il suo giuoco.

Probabilmente questa sua naturale  facilità di lettura contrapposta allo studio svolto da comuni scacchisti  (lettura sofferta, scacchiera/e portatile/i, appunti scritti e iniziale acquisto del libro… e con  risultati… via, lasciamo perdere) lo portava, autocompiacendosi(?), a poter dire ‘non leggo mai libri’.

A questo straordinario talento scacchistico (le sue analisi nel dopo partita incantavano letteralmente i vari Di Liberto, Resaz, Cangiotti, D’Augusta, Profumo e lo stesso Grassi, per la profondità delle idee e la ricchezza delle varianti) purtroppo si accompagnava, sul piano delle cosiddette doti para-scacchistiche, una certa fragilità psicologica che lo portava a sfoghi, talvolta eccessivi. Comunque una delle caratteristiche principali sul piano della personalità era, e non solo a mio avviso, un certo malessere esistenziale (tipico di chi scava senza trovar risposta… io per esempio non ce l’ho, il malessere, …non scavo).

Non a caso i più forti giocatori italiani di quegli anni, senza ripetere i nomi, sono sembrati, almeno ai miei occhi, più disponibili ad accettare i problemi e i conseguenti compromessi della vita. Roberto, invece, cercava un senso, un qualcosa che solo lui sapeva e questa ricerca, condizionata anche da certe mode del tempo, lo portò a quei viaggi verso mete lontane. Anche la dolcezza era una faccia del suo prisma… quell’accenno di sorriso, guardando, incantato come un bimbo, un punto indefinito dello spazio… seguendo chissà quali pensieri… con una mano (conformazione da pianista) appoggiata al mento… l’indice sulla gota e il medio sotto il labbro inferiore…

Io per lui non ero un vero amico, almeno per il concetto che ho dell’amicizia, ero, credo, un compagno di giochi (e non certo gli scacchi allora ero un misero prima sociale) e lo facevo ridere con le mie battute. Giocavamo a biliardo (a carambola, stecca e tavolo senza buche), qualche volta a ping pong. Andavamo al cinema… nel 1972 fummo molto colpiti dal film americano ‘Punto zero’ (titolo originale ‘Vanishing point’). Probabilmente dato che ero un notevole rappresentante, non del ‘pensiero debole’, ma dell’altra categoria ‘debole di pensiero’, non potevo rappresentare altro che un divertissement per Roberto. A partire dal 1974 visse meno a Genova, anche se vi tornava spesso, abitò a Pavia  e a Milano. Ricordo di averlo ospitato, aprile e maggio 1975, per qualche notte in un appartamentino del Carmine, dopo di allora ci incontrammo sempre meno.

 

A.S.D. Scacchi Golfo Paradiso Giancarlo Musso organizza il 12° Memorial Cesare Valentini

RECCO: CAMPIONATO REGIONALE LAMPO 2024 

DOMENICA 27 OTTOBRE 2024 alle ore 14 30

Sede di gioco:  Sala Polivalente “Franco Lavoratori”  Via Ippolito d’Aste
Torneo Open Lampo in 11 turni a Sistema Svizzero, con tempo di riflessione di 3’+2” a giocatore, valido per le variazioni del punteggio ELO Blitz FIDE e per l’assegnazione del Titolo di Campione Regionale Lampo 2024 al giocatore miglior
classificato, tesserato FSI con un Circolo Ligure. Verrà applicato il Regolamento FIDE per il gioco Lampo.

È richiesta la preiscrizione, che deve essere fatta entro le h 22 di venerdì 25 ottobre tramite https://vesus.org/tournament/4h-lqxxr oppure telefonando a Paolo D’Augusta cell 335 7196 786.

La preiscrizione verrà perfezionata con il versamento della quota di concorso alle spese organizzative di 15,00 euro (10,00 per U18), da versare entro le ore 14 e 30 del 27 ottobre. La mancata preiscrizione comporterà un contributo organizzativo maggiorato di 5,00 euro.
Orari: Apertura Iscrizioni ore 13:30 Chiusura ore 14:30 Primo turno: ore 15.00

Premiazione ore 18:00

Arbitro Principale AR Giulio Galliani
Premi e Rimborsi spese indivisibili e non cumulabili, spettanti ai vincitori presenti alla Premiazione
al 1° Classificato tess. FSI Circolo Ligure Targa di Campione Regionale
al 1° Classificato assoluto Coppa e rimborso spese di 100 euro
al 2° Classificato assoluto Rimborso spese di 75 euro
al 3° Classificato assoluto Rimborso spese di 60 euro
al 1° Classificato Fascia 1999 -:- 1800 Rimborso spese di 40 euro
al 1° Classificato Fascia 1799 -:- 1600 Rimborso spese di 30 euro
al 1° Classificato Fascia 1599 -:- 1500 Rimborso spese di 25 euro
al 1° Classificato Fascia <= 1499 Rimborso spese di 20 euro
al 1° Classificato U18 Coppa
al 1° Classificato O65 Coppa

 

TESSERAMENTO FSI: SUPERATA QUOTA 23 MILA.
LE DONNE SONO QUASI IL 20 PER CENTO
L’inizio del mese di ottobre inizia con un altro record storico battuto dalla nostra Federazione. E’ stata infatti superata anche la soglia delle 23mila tessere, precisamente siamo arrivati oggi a 23.011 tesserati per l’anno 2024. Si tratta di un primato assoluto, che probabilmente sarà ulteriormente ritoccato di qualche unità nei prossimi mesi.
Superato ampiamente anche un altro primato, quello degli agonisti, che toccano quota 7.121 (contro i 6.725 del 2023). Gli juniores sono invece 12.758, oltre il 55 per cento totale dei tesserati. Ottimi dati anche per quanto riguarda la presenza femminile: complessivamente, si registra un record sia in termini assoluti che percentuali: sono infatti 4.529, il 19,7 per cento del totale.
Tendenza all’incremento anche per gli eventi scacchistici registrati in Italia. Quelli già svolti fino a oggi sono 991, ne sono previsti entro fine anno altri 231, e la somma di entrambi i dati supererebbe ampiamente i 1.115 totali registrati nel 2023.
I dati della FSI

Società affiliate alla Fsi 367

Tesserati Totali  23090 (21308 nel 2023)     Agonisti  7134  30.90 %  Ordinari  3145  13.62 %  Junior  12811  55.48 %     

Fino a 18 anni  12812  55.49 %  Da 19 a 35 anni  3183  13.79 %  Da 36 a 49 anni  2140  9.27 %  Da 50 a 64 anni  3184  13.79 %  Oltre 65 anni  1771  7.67 %

Maschi  18549  80.33 %  Femmine  4541  19.67 %

ELETTI I NUOVI PRESIDENTI DEI COMITATI REGIONALI
Nello scorso weekend si sono svolte le ultime tornate elettorali per il rinnovo dei Comitati Regionali, e per l’elezione dei delegati e degli istruttori che parteciperanno all’Assemblea elettiva della Federazione, il 15 dicembre 2024 nel Salone d’onore del CONI.
Ecco l’elenco dei nuovi Presidenti di Comitato:
PIEMONTE: Davide Spatola (confermato)
LOMBARDIA: Paolo Collaro (nuovo)
VENETO: Marco Biagioli (nuovo)
FRIULI VENEZIA-GIULIA: Davide Ciani (confermato)
LIGURIA: Raffaele Di Paolo (nuovo)
EMILIA-ROMAGNA: Fabrizio Frigieri (nuovo)
TOSCANA: Graziano Furlani (nuovo)
MARCHE: Lorenzo Antonelli (nuovo)
LAZIO: Domenico Zibellini (confermato)
CAMPANIA: Angelo Martorelli (nuovo)
PUGLIA: Giuseppe Rinaldi (confermato)
SICILIA: Giuseppe Cerami (confermato)
SARDEGNA: Danilo Mallò (confermato)
Rispetto al passato, la Liguria torna a costituire il Comitato, in quanto ora sul territorio sono presenti più di dieci Asd. In Abruzzo non si è potuto costituire il Comitato perchè l’Assemblea dei giocatori è stata invalidata dal Consiglio Federale. Verrà nominato un Commissario ad acta per consentire la conclusione delle procedure.
Sul sito federale www.federscacchi.com/fsi/ nella sezione “Struttura” e poi “Periferica”, sono precisati, oltre ai Presidenti, anche i nomi dei componenti di tutti i Comitati Regionali in rappresentanza delle società, degli istruttori e dei giocatori.
Sempre sul sito federale, alla voce “I numeri della FSI” e poi “Assemblea elettiva”, sono elencati in ordine alfabetico i nomi dei delegati dei giocatori e degli istruttori chiamati a votare il 15 dicembre, oltre all’elenco delle 335 Asd, divise per Regione, che hanno diritto di voto.

Progetto studente atleta: come fare la richiesta. Scadenza il 9 dicembre 2024

Il progetto, come si legge nella nota esplicativa, intende consentire il “superamento delle criticità che possono riscontrarsi durante il percorso scolastico degli studenti- atleti, soprattutto riferibili alle difficoltà che questi incontrano in termini di regolare frequenza delle lezioni, nonché in relazione al tempo che riescono a dedicare allo studio individuale”. Tale progetto è valido, è bene ricordarlo, solo per gli studenti e le studentesse della scuola secondaria di secondo grado.

Il progetto interessa anche i giovani scacchisti tesserati alla FSI. Chi ritiene che il proprio figlio minorenne abbia i requisiti per essere considerato “studente-atleta di alto livello” dovrà compilare la domanda che si può scaricare da questo link, e inviarla, compilata in ogni sua parte, sottoscritta con firma autografa o digitale, corredata dal documento di identità di chi firma, all’indirizzo: fsi@federscacchi.it. I maggiorenni invece potranno firmare da sé la richiesta, compilando questo modulo, e inviandolo poi al medesimo indirizzo.

Le condizioni per poter fruire del progetto sono indicate con precisione nel modulo. E’ sufficiente rientrare in una delle cinque categorie individuate.

E’ indispensabile altresì nominare per l’aspirante studente-atleta un tutor, e specificare i suoi i recapiti nella domanda. Il tutor può essere un istruttore, un Presidente di circolo, un delegato regionale o un’altra figura di riferimento, purché tesserato alla FSI.

Le domande incomplete, prive dei dati fondamentali, prive dell’indicazione del tutor, prive di firma o senza un documento di identità allegato, non verranno prese in considerazione.

La Federazione darà un risposta alle domande in tempi ragionevolmente brevi, inviandola alla scuola, al tutor e, per conoscenza, alla famiglia del ragazzo che ha fatto richiesta.

Al fine di consentire un’adeguata valutazione delle istanze, il termine ultimo e inderogabile per l’invio delle richieste di adesione al Progetto studente-atleta è fissato alle ore 12 del 9 dicembre 2024.

Qui potete leggere la nota del del Ministero dell’Istruzione e del Merito con cui vengono definite condizioni e caratteristiche del Progetto studente-atleta nell’anno scolastico 2024-25