TORNEO AL NOVOTEL IN APRILE

4 5 6 APRILE EDIZIONE NUMERO 27 DEL FESTIVAL PRIMAVERA

La ventisettesima edizione del torneo al Novotel è ormai alle porte, si svolgerà dal 4 al 6 aprile nelle sale del Novotel di Genova Ovest. Su Vesus sono partite le preiscrizioni  https://vesus.org/event/YW0gN7be

L’anno scorso è stato il   maestro piacentino Mauro Tirelli a trionfare  per la seconda volta al Festival Week End Primavera, in una edizione contrassegnata da una partecipazione record di 152 giocatori, suddivisi in tre categorie: 39 nel torneo A (Elo over 1800), 56 nel torneo B (Elo 1500-1900) e 53 nel torneo C (Under 1600).

Negli open B e C, c’erano state grandi sorprese, con il successo di due promettenti  ragazze tredicenni. 

Ci siamo messi subito  al lavoro per l’edizione di quest’anno, pensando ad alcuni  miglioramenti per rendere l’evento ancora più interessante e in linea con le esigenze dei partecipanti. Un aspetto particolarmente significativo di queste ultime edizioni  è stata la crescente e qualificata partecipazione giovanile, che pensiamo verrà riconfernata anxche in questa edizione. 

Si parte con il primo turno venerdi 4 aprile alle ore 18. Si prosegue sabato e domenica con partite alle ore 9,30 e alle 15,30.

Il torneo A è riservato ai giocatori con punteggio elo superiore a 1750. Il torneo B ai giocatori con elo 1500-1850. Nel torneo C invece gli iscritti con elo inferiore a 1600 o inclassificati.

Valida e collaudata terna arbitrale  con Antonella Lay (Sardegna), Lorenzo Algeri (Sicilia)  e Giulio Galliani (Liguria)

 

 

PUTATUNDA SI CONFERMA AL TORNEO IIT

Venerdì 7 febbraio, alle ore 9, si è svolta l’ottava edizione del torneo di scacchi rapid presso l’Istituto Internazionale di Tecnologia, autentico fiore all’occhiello per lo Stato italiano nel campo dell‘innovazione e del progresso scientifico, nella prestigiosa sede di Genova Morego.

Il vincitore Aditya Putatunda

Un  torneo, diretto da Sergio Nanni,  riservato esclusivamente  ai ricercatori e ai dipendenti dell’istituto,   e che si è svolto in un’atmosfera di intensa concentrazione e passione per il gioco.

L’ottava edizione del torneo ha visto trionfare per il secondo anno consecutivo l’indiano Aditya Putatunda, un giocatore che già conosciamo per avere partecipato  più volte ai tornei organizzati al Centurini. Al secondo posto si è classificata Serena Carlesso, seguita da Lapo Carrieri, che ha completato il podio. La straordinaria performance di questi tre scacchisti ha fruttato loro l’iscrizione al Circolo Centurini per il 2025, un riconoscimento che testimonia il loro impegno e le loro abilità.

 Tra i validi  partecipanti altre care nostre conoscenze come la russa Anna Shabalova e l’azero Rustamzhon Melikov, già associati del Circolo

 

GRAND PRIX: IL SORRISO DI BERNI

Nella lunga storia del grand prix semilampo non è la prima volta che vince  Mauro Berni (8 volte ci risulta) e probabilmente non sarà l’ultima tenuto conto della longevità scacchistica di questo giocatore. Si è imposto  sabato 1 marzo sugli avversari con 6 su 7, distanziando di una lunghezza il giovane Mattia Zunino. Poi a 4,5 punti un terzetto composto da  Simone Dapelo, Davide CusatoClaudio Nicolis.

Pos.
Nome
Elo
Elo.P.
Pnt.
1
CN
1982
2096
6
2
1N
1610
1983
5
3
2N
1724
1877
4.5
4
1N
1930
1854
4.5
5
1N
1875
1822
4.5
6
1N
1890
1796
4
7
CN
1821
1832
4
8
2N
1768
1826
4
9
1N
1900
1754
3.5
10
1399
1678
3
11
1N
1768
1558
3
12
2N
1662
1550
2.5
13
1676
1653
2.5
14
1N
1738
1519
2
15
1399
1422
2
16
3N
1557
1449
1

L’ULTIMO LAMPO  SCACCHISTICO AL CIRCOLO

Sabato 15 febbraio, torneino lampo al Circolo, per il successo di Radoslav Durdevic, a punteggio pieno, davanti a Davide Cusato e Filippo Barbero.

Match Rivara-Durdevic

Classifica finale Sabato 15 Febbraio 2025

1
CN
2195
2617
9
2
1N
1846
1989
6.5
3
1N
1892
1943
6
4
CN
1747
1897
5.5
5
CN
1982
1816
4.5
6
1N
1845
1750
3.5
6
1N
1742
1774
3.5
8
1N
1698
1739
3.5
8
1399
1750
3.5
10
CN
1861
1642
3
10
2N
1742
1679
3
12
2N
1859
1646
2.5

 

MARIN COMMISSARIO TECNICO NAZIONALE FEMMINILE
Mihail Marin, 60 anni, è stato nominato Commissario Tecnico della Nazionale italiana femminile di scacchi, succedendo a Roberto Mogranzini. Marin è un giocatore di successo, avendo vinto tre volte il campionato rumeno e ottenuto una medaglia di bronzo alle Olimpiadi del 1988. È anche un allenatore noto, avendo lavorato con Judit Polgar e contribuendo al titolo di grande maestro di Daniele Vocaturo. Oltre alla sua carriera di allenatore, Marin è un apprezzato teorico e scrittore, con opere riconosciute come “Learn from the Legends”, vincitore del premio Book of the Year nel 2005.

DRAGONARA ATTO SECONDO OK

Il festival della Dragonara, tenutosi a Camogli e che ha visto la partecipazione di  105 scacchisti, si è concluso  domenica 23 febbraio. Nel torneo principale, il forte Maestro Internazionale indiano Senthil ha trionfato, confermando il suo talento. Tra i partecipanti, il nostro Edoardo Sanguinetti si è distinto nuovamente, con un’importante variazione di +34 punti. Ha chiuso il torneo al decimo posto, avendo subito una sola sconfitta, quella contro il vincitore, dimostrando così grande competenza e determinazione.

Nel torneo B, la vittoria è andata all’armeno Margaryan, che ha saputo imporsi bene sugli avversari. Anche in questo contesto, i nostri giocatori si sono messi in evidenza: Davide Cusato ha ottenuto un notevole sesto posto, con una variazione di +27 punti, mentre Marko Nikolovski ha chiuso in nona posizione, guadagnando una variazione di +34. Non possiamo che congratularci con tutti i partecipanti per le loro performance e il loro impegno.

Avevamo sentito l’organizzatore della Dragonara a metà gennaio, per fare il punto sui preparativi del Festival, dandoci alla fine arrivederci al dopo. Ora “siamo al dopo”, sentiamo cosa può dirci Paolo D’Augusta, per riprendere il filo del discorso rimasto in sospeso

E’ andata molto bene, l’ho sentito dalla soddisfazione di chi è venuto a Camogli e lo vedo dai dati di sintesi della manifestazione. Rispetto alla prima edizione, con 105 presenti abbiamo avuto il 52% di partecipanti in più, questo anche nel torneo A, che ha visto 26 giocatori con elo medio di 2039 e sei titolati FIDE (1 GM, 2 IM, 3 FM).”

Sul piano tecnico, che annotazioni hai?

Tornei equilibrati e combattuti, con buona presenza di giovani, un quarto del totale gli under 18. Nel torneo B, 57 in gara, i tre ragazzi sul podio hanno 14, 13 e 17 anni, tutti a 4 punti e mezzo un bel segnale.
Commento di parte, sono contento che su questo podio ci sia Alesso Loi, dal vivaio del Golfo, come Andrea Nucera . Sempre nel B va a premio Marko Nikolovski, mentre nell’A, sono a premio giovani come Fulgentini, Sanguinetti, Sara Serban.
Interessante anche il confronto fra le distribuzioni dei giocatori sui tornei, dal 2024 al 2025. Stabile il torneo maggiore, con circa il 25% sia nella prima sia nella seconda edizione, mentre il torneo intermedio quasi raddoppia dal 35% al 55%. Di converso, il torneo di minor difficoltà scende dal 40% all’attuale 21%.
In parte il B può aver assorbito dal bacino del C perché aperto in basso (senza uno sbarramento Elo) ma credo sia influente anche la rivalutazione Elo intervenuta a marzo, Ora dovremo fare attenzione a rimodulare anche i premi secondo queste tendenze, che ho avvertito anche in altri tornei

Ma gli stranieri non erano molti …
Come etichetta, giocavano tesserati di nove federazioni diverse (ma il dato non è sincero, lo ammetto), mentre come dato agonistico, avere un indiano (Senthil, IM da 2380 Elo) e un armeno (Margaryan, classe 2011) vincitori del Torneo A e del Torneo B rende visibile una presenza agonistica ridotta nei numeri, non nella qualità

Cosa ci dici su aspetti un po’ più generali?
Mi sembra che abbiamo offerto per la prima volta un torneo di qualità, comparabile per luogo e ambientazione a tornei più noti e di confermato prestigio. Abbiamo ricevuto attestazioni, immediate o via mail, di sincero entusiasmo per la novità, anche perché lo standard dei tornei alla  nostra portata organizzativa è sempre stato condizionato dalle sedi disponibili.
Un torneo week end a Camogli al Cenobio non è un miglioramento, ma un salto quantico, una discontinuità, che dovremo mantenere ad ogni costo, e non sarà facile So che lo sforzo fatto per raggiungere questo risultato di rilievo è stato condiviso da tutto il nostro
Circolo, anche per celebrare la ricorrenza del passato puntando sul futuro.

LA SCOMPARSA DI SPASSKY

Il mondo degli scacchi piange la morte a 88 anni di Boris Spassky, campione del mondo, la cui morte è stata annunciata dal sito russo sport-express.net.  “È scomparsa una grande personalità, generazioni di giocatori di scacchi hanno studiato e stanno studiando le sue partite e il suo lavoro. Questa è una grande perdita per il Paese”, ha affermato il presidente della Federazione scacchistica russa Andrei Filatov, citato dalla Tass. Naturalmente, la sua perdita non è un evento che riguarda solo la Russia; Spassky è sempre stato visto come una figura universaledi tutto il  panorama scacchistico, un uomo che andava oltre le nazionalità e i contesti. Era un amico per molti nel settore, un vero signore che incarnava lo spirito del gioco, rendendolo una figura amata e rispettata da tutti.

La notizia della morte di Spassky arriva meno di un mese dopo quella della sorella minore, Iraida, che aveva 81 anni.

Il suo nome era ben noto a livello internazionale sin dal 1972, anno in cui divenne famoso per il suo famoso match contro Bobby Fischer, un evento che ha segnato la storia degli scacchi. Nato a Leningrado il 30 gennaio 1937, Spassky si trasferì a Mosca durante la guerra e poi tornò a San Pietroburgo dopo il divorzio dei genitori. Iniziò a giocare a scacchi all’età di cinque anni, sotto la guida del maestro Vladimir Zak. . Oltre agli scacchi, Spassky aveva una passione per la musica, Dostoevskij e il tennis.

Fin dai suoi primi anni come scacchista, Spassky mostrò straordinarie qualità tecniche, insieme a una solidità rara. Una volta confessò: “Credo nella verità della scacchiera, ma in fondo non ho abbastanza fiducia in me stesso”. Questa insicurezza lo accompagnò per gran parte della sua carriera, rendendo ancora più straordinario il suo percorso. Nel 1960, la Federazione sovietica lo accusò di scarsa diligenza dopo una sconfitta contro l’americano William Lombardy, ma il suo talento emerse in seguito, portandolo a trionfi che cambiarono l’atteggiamento della federazione nei suoi confronti.

Il punto di svolta nella carriera di Spassky avvenne nel 1961, quando iniziò ad allenarsi con Igor Bondarevsky, che sostituì il suo allenatore precedente. Quell’anno vinse il campionato sovietico per la prima volta e, nel 1964, si distinse all’interzonale di Amsterdam. Superò vari avversari nei match dei candidati, tra cui Keres, Geller e Tal, prima di affrontare Petrosian nel 1965 per il titolo mondiale. Molti lo consideravano il favorito, ma Petrosian si dimostrò un avversario formidabile, sconfiggendolo.

Nonostante questa sconfitta, Spassky non si lasciò abbattere; riprese il suo cammino e, nei match dei candidati del 1968, sconfisse nuovamente Geller, Larsen e Korchnoi, guadagnandosi finalmente il tanto agognato titolo mondiale nel 1969, battendo Petrosian in un match avvincente. Tuttavia, nel 1972, perse il titolo contro Bobby Fischer (12,5 a 8,5) in un match caratterizzato da tensioni e polemiche, un evento che ha segnato un’epoca negli scacchi.

Spassky si stabilì quindi ne 1976 in Francia, dove ottenne anche la cittadinanza francese, nel 1992 accettò di disputare in Jugoslavia una rivincita, non ufficiale, contro Bobby Fischer, che perse.

Gli ultimi anni di Spassky sono stati poi segnati da problemi di salute, dopo il suo ritorno in Russia, di cui prese la nazionalità nel 2000 e dove subì due ictus, il primo nel 2006 e un altro nel 2010.

Dopo la morte di Vasilij Smyslov nel 2010, era diventato l’ultimo campione mondiale vivente. Nonostante non avesse il carisma di Fischer o Alekhine, Spassky era un personaggio di grande umanità, ben voluto da tutti.

Il suo stile di gioco era completo e versatile, capace di adattarsi a qualsiasi situazione. Una frase di Spassky, riportata da Garry Kasparov, riassume bene il suo approccio: “Il miglior indicatore della forma di un giocatore di scacchi è la sua capacità di avvertire il momento di massima tensione nel gioco”. Boris Spassky sarà ricordato non solo come un grande campione, ma come un uomo che ha portato con sé un senso di umanità e amicizia nel mondo degli scacchi. Tutti noi, scacchisti e appassionati, lo ricorderemo con  grande  affetto e  rispetto.

 PRAGGU VINCE IL TATA STEEL AL TIE-BREAK

A Wijk aan Zee, nei Paesi Bassi, il 2 febbraio 2025, Rameshbabu Praggnanandhaa ha raggiunto un traguardo straordinario vincendo il prestigioso torneo Tata Steel Masters. Dopo un’emozionante sfida, ha sconfitto Dommaraju Gukesh in un tiebreak rapido, diventando così  il secondo giocatore indiano, dopo Viswanathan Anand, a conquistare questo titolo. Praggnanandhaa ha iniziato il torneo con grande determinazione e, nonostante la presenza di avversari forti, è riuscito a emergere.

 Con questa vittoria, Praggnanandhaa è salito al settimo posto nel live rating e al secondo posto nella classifica del Circuito FIDE, guadagnando punti preziosi per la qualificazione al torneo dei candidati del 2026.

Nel 2024, Praggnanandhaa ha viaggiato intensamente partecipando a numerosi tornei, ma quest’anno prevede di gareggiare con  un approccio più equilibrato. Il suo allenatore, R. B. Ramesh, ha lavorato con lui sugli aspetti psicologici, incoraggiandolo a diventare più aggressivo e ambizioso nel suo gioco. Praggnanandhaa ha mostrato una notevole resilienza, recuperando rapidamente dopo una sconfitta contro Anish Giri, vincendo tre partite consecutive contro avversari di alto livello.

 Negli spareggi, dopo un inizio difficile, ha saputo riprendersi, vincendo le ultime due partite e conquistando così il titolo.

Nella classifica finale, Nodirbek Abdusattorov ha chiuso terzo, mentre Fabiano Caruana e Erigaisi hanno avuto prestazioni deludenti. Nel gruppo Challengers, il ceco Thai Dai Van Nguyen ha vinto il torneo con un punteggio di 9,5 su 13, guadagnandosi un posto nel torneo Masters del 2026. Infine, l’indiano Panesar Vedant ha trionfato nel gruppo Tienkamp, con 6 punti su 9, assicurandosi un posto tra i Challengers per l’anno successivo. La competizione si è confermata un’importante opportunità di crescita e sviluppo per i giovani talenti del mondo degli scacchi.

 CARLSEN GRAZIE, MA NO GRAZIE! AI FERRI CORTI CON LA FIDE

Magnus Carlsen e la FIDE, rappresentata dal presidente Arkady Dvorkovich, si trovano in una situazione di forte tensione dopo una serie di negoziazioni fallite riguardo al riconoscimento dei titoli di campione del mondo. La FIDE ha dichiarato di non aver raggiunto un accordo con il “Freestyle Chess Players Club” (FCPC) riguardo all’organizzazione di eventi validi per il titolo di “Campione del Mondo”. Le reazioni iniziali di Carlsen e di Jan Buettner, finanziatore del Freestyle Chess Grand Slam, sono state accese, con attacchi diretti a Dvorkovich e accuse di non rispettare gli accordi.

La controversia è incentrata sulla decisione del FCPC di assegnare il titolo di “Campione del Mondo dei Freestyle Chess” al vincitore di una serie di tornei di scacchi FischerRandom. La FIDE, rivendicando la sua autorità esclusiva nel conferire titoli di campione, ha minacciato di escludere i giocatori che partecipano al Grand Slam. Nonostante una prima concessione della FIDE, la situazione è degenerata quando è stato imposto un ultimatum ai giocatori per rinunciare alla partecipazione al torneo. Poi, dopo intense discussioni, il FCPC ha deciso di sospendere la definizione di “Campionato del Mondo Freestyle”, liberando i giocatori dalla minaccia di esclusione dal ciclo mondiale. Praticamente una marcia indietro, optando per la rimozione del termine ‘Campionato mondiale/Campione del mondo’ dai propri materiali divulgativi e promozionali, ma solo per i prossimi 10 mesi. Carlsen ha espresso la sua opinione secondo cui chi vince tornei di alto livello e con un montepremi sostanzioso dovrebbe essere considerato “Campione del Mondo”, ma francamente  ci si domanda quale sia l’importanza di tale titolo e quali siano le reali motivazioni di Carlsen e Buettner. La Fide non sarà e non è perfetta ma questo scontro rischia di essere solamente deleterio e distruttivo.

La prima tappa del Freestyle Tour

Intanto Vincent Keymer ha trionfato nel torneo Weissenhaus (dieci parteciopanti di alto livello), prima tappa del Freestyle Chess Grand Slam Tour, battendo in finale Fabiano Caruana e vincendo 200.000 dollari. Il torneo, supportato da Magnus Carlsen e finanziato da Jan Henric Buettner, ha visto Keymer superare avversari come Alireza Firouzja e Carlsen nel tabellone a eliminazione diretta. Keymer si qualifica per la tappa di Parigi ad aprile, mentre le successive tappe si svolgeranno in diverse città nel 2023. La classifica finale ha visto Keymer al primo posto, seguito da Caruana e Carlsen.

REVOCATO IL TITOLO MI AL LETTONE STREBKOVS

La FIDE (Federazione Internazionale degli Scacchi) ha inflitto una dura sanzione al giocatore lettone Andrejs Strebkovs, revocandogli il titolo di Maestro Internazionale e sospendendolo per 12 anni da tutti gli eventi scacchistici. Questa decisione è stata presa dalla Camera di Appello della Commissione Etica e Disciplinare della FIDE in seguito alle accuse di molestie sessuali nei confronti di diverse giocatrici di scacchi, alcune delle quali minorenni.

Strebkovs era stato accusato di aver inviato materiale offensivo e inappropriato, incluse immagini pornografiche e preservativi usati, disturbando eventi come il torneo FIDE Grand Swiss Femminile del 2021 e causando danni significativi alle giocatrici coinvolte e all’intera comunità scacchistica.

Nonostante il suo tentativo di ricorrere in appello e di negare il suo coinvolgimento, la Camera di Appello ha confermato le prove presentate, incluse analisi del DNA e risultati di un’indagine della polizia. È emerso che Strebkovs aveva tenuto comportamenti minacciosi e osceni, senza mostrare alcun rimorso o empatia verso le vittime.

La Camera ha sottolineato la gravità degli atti commessi e ha deciso di estendere la sospensione di Strebkovs a 12 anni e di revocargli il titolo di Maestro Internazionale, ritenendo che i suoi comportamenti rappresentino un “chiaro rifiuto della sua appartenenza” alla comunità scacchistica e abbiano avuto un impatto grave e dannoso sullo sport.

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